Il BAGA 14

     Walter Bagalini, socio del Club Aeromodellistico Milanese "il Fopponino" la cui base operativa era l'omonima parrocchia di P.zza Aquileia a Milano, con suo padre Marino ha costituito negli anni 65/70 l’alternativa più "tosta" al trio Compostella, Rossi e Cappi, soci del GMM Monza, che monopolizzavano da tempo la categoria F2B.
     L’ing. Walter volava sulla pista di Volo Vincolato Circolare di proprietà dell’AeC Milano a Monluè, una minuscola frazione agricola posta nelle vicinanze  degli alloggi degli avieri dell’Aeronautica Militare a Linate, mentre il trio di Monza volava sulla pista che il sig. Rocca aveva messo a disposizione del Gruppo di Monza, in località Cave Rocca. I due equipaggi avevano filosofie di volo completamente diverse tra di loro perché i monzesi privilegiavano la velocità nell'esecuzione delle figure e gli angoli molto stretti mentre il milanese seguiva una strada diametralmente opposta fondando le sue performance  sulla lentezza e sulla precisione di esecuzione del volo per cui c’erano tutti gli ingredienti per alimentare discussioni e contrapposizioni di vario genere che ovviamente trovavano terreno fertile nei supporter ed anche nei giudici di allora.
     Nonostante queste scaramucce Walter si laureò campione italiano nel 1968 con quel modello, il BAGA 14,  che aveva sconvolto i criteri quasi univoci degli “acrobaticari” di allora in quanto il modello, progettato da Marino e Walter, era dotato di un profilo alare molto spesso, di una fusoliera molto poco penetrante e soprattutto di un disassamento del motore verso l’esterno di ben 10° in modo da rendere il volo in circolo molto lento, molto facile l’esecuzione delle figure e soprattutto molto adatto a permettere ai giudici di valutare con la massima tranquillità e precisione l’esecuzione delle figure acrobatiche.
     Vederlo nuovamente in volo sulla pista del Gruppo Volo Vincolato Circolare Malpensa il 7 ottobre scorso, così come lo aveva costruito il giovanissimo Giancarlo Martini tramite il kit originale dell’epoca e con alla manopola Ivano Busatto, ha permesso a tanti di tornare a quel lontano 1968 (anno della rivoluzione socio/culturale europea) con grande nostalgia ma anche con grande rispetto per questi giganti dell’aeromodellismo nazionale ed internazionale giustamente in perenne contrasto tra loro!
     Ci fa piacere quindi pubblicare il trittico di questo famosissimo modello per coloro che eventualmente volessero costruirne una copia, rendendo così omaggio, seppur postumo, ai due grandi progettisti. Ancor più piacere ci ha fatto sapere che tempo fa un aeromodellista appassionato di volo RC ne ha prodotto un esemplare che, come si dice, volava molto bene anche se privo dei cavi in acciaio del VVC.

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