Tempo addietro in occasione di una fiera del modellismo mi sono imbattuto nella scatola completa del FALCO della Merati, una semiriproduzione RC tutta in espanso degli anni ‘80 e ben contento dell’occasione l’ho acquistata.
        Come è risaputo Il Falco F.8L è un aereo da turismo sportivo biposto ad ala bassa progettato su iniziativa personale dell’ ingegnere aeronautico Stelio Frati (su Wikipedia si legge che Stelio Frati è passato “dall’aeromodellismo alla costruzione di aeromobili”) e così prodotto in piccola serie, in base ai disegni originali, dall'azienda aeronautica italiana AVIAMILANO Costruzioni Aeronautiche da lui fondata negli anni sessanta che, tra l’altro, per uno di quegli strani casi della vita era anche cliente della mia Agenzia assicurativa.

        In seguito il progetto venne prima rivisto e, in funzione di una commercializzazione sul mercato dell'aviazione generale statunitense, adattato alle normative FAA e quindi riprogettato per essere fornito come kit di autocostruzione negli Stati Uniti d'America.
        In USA la ditta Sequoia aveva infatti immesso sul mercato negli anni ottanta un kit costruttivo del  FALCO originale, aereo che ha avuto una discreta diffusione anche in Italia mentre diversi esemplari sono ancora presenti sul territorio italiano ma anche all’estero.
        Il Falco F.8L costituì poi la base per lo sviluppo del più importante e performante SIAI-Marchetti SF-260 che ancora oggi solca i cieli di tutto il mondo.
        Ricordo anche che, prima ancora di acquisire il brevetto di volo a vela come avverrà nell’aprile del 2000, gasatissimo mi ero interessato all’acquisto di questo Kit, operazione dalla quale poi ho desistito per mancanza di tempo ma soprattutto perché mia moglie mi aveva drasticamente proibito di occupare il giardino di casa nostra per mettere in piedi un piccolo capannone che sarebbe servito, come lei affermava, solo a portare a termine quella… americanata!
        Ma il Falco continuava ad intrigarmi e quindi, a conferma della mia grande passione per questo elegantissimo aereo da turismo, mi sono presentato ad Alessandria nel 1995 per disputare la prima edizione del trofeo Aeropiccola, organizzato da Mario Arbuffi, con un I-FALCO rosso in VVC tratto da un disegno, ovviamente, della mitica Aeropiccola di Torino, e che ho fatto volare in quella occasione ottenendo anche un discreto  successo.
         Nessun problema nel volo perché il progetto del FALCO dell’Aeropiccola di Torino (corso Sommeiler…) è una vera chicca per gli aeromodellisti a patto di spostare verso prua il baricentro di circa 8 millimetri rispetto a quello previsto dal progetto del compianto Sig. Conte e mantenere verso l’estremità alare il posizionamento  del passaggio dei cavi e far si che sulla manetta gli attacchi fossero molto vicini tra di loro così da avere un pilotaggio molto più tranquillo e rilassante.
        Per tornare al FALCO RC il costruttore Merati è stato un vero antesignano nel concepire e produrre questo kit in espanso bianco a celle abbastanza compatte che, con i rinforzi previsti, mantiene una buona robustezza tenuto anche conto che le inevitabili riparazioni sono facilmente eseguibili.
        Per tutti gli incollaggi ho usato colla bianca vinilica che mi è servita, diluita al 50%, anche per incollare la carta Modelspan su tutta la struttura in espanso del Falco irrobustendo e proteggendo quindi tutto il sistema.
        Avendo ancora in casa un rotolo di modelspan pesante a quadretti bianchi ed azzurri non ho resistito dall’usarla anche per legare il tutto al blu/azzurro/bianco del logo FIAM cui ovviamente sono molto affezionato.
        La costruzione di questo kit, anzi l’assemblaggio, è stato semplicissimo perché tutti gli incastri erano perfetti, gli accessori offerti assai completi e quindi nel giro di poco tempo il I-FALCO è stato approntato.
        Ovviamente avendo ormai una certa età ma soprattutto per semplicità operativa ho optato  per la motorizzazione elettrica e quindi ho dotato il I-FALCO di un motore elettrico Haker 30 12XL con regolatore Robbe da 50 A che tira, con 3S da 3200 mHA, un’elica APC 13x6,5 per quasi 10  minuti ma per far ciò ho dovuto sostituire le gambe originali del  carrello allungandole in altezza e sostituire anche  le ruote fornite nel kit con altre di dimensioni maggiorate in modo che l’elica di quel diametro potesse girare liberamente e quindi senza dare grosse apprensioni durante il decollo.
        Come chicca finale ho voluto usare una radio Graupner/JR non in 2,4 Ghz, quindi moderna, ma una vecchia radio a quarzo funzionante però sui 35 MhZ che poi è la frequenza che la FIAM era riuscita ad ottenere a suo tempo solo ad uso esclusivo del pilotaggio degli aeromodelli.

1. continua



        Il peso finale è rimasto contenuto in gr. 1850 ed il I-FALCO ha mostrato da subito l’intenzione di decollare grazie al carrello triciclo cui ho modificato l’impostazione di base che lo prevedeva fisso anche in quello anteriore dotandolo  invece di sterzo con servocomando dedicato ed unito con una V a quello del timone verticale  alloggiandolo subito  proprio dietro la gamba anteriore.
Poco lavoro in più alla fin fine e peso a prua sempre necessario nei nostri modelli perché l’espanso è adattabile a qualsiasi esigenza pur di provvedere poi al relativo irrobustimento.
        Oltre alla soddisfazione per aver costruito questo ottimo I-FALCO RC della Merati ho potuto dunque ritornare quanto meno all’anno 1995 ed al trofeo Aeropiccola (accidenti oltre 20 anni addietro!) ma soprattutto ciò mi ha permesso  di avere conferma che Stelio Frati era veramente un grande aeromodellista.
        La prova di volo è avvenuta … di nascosto sul campo RC in erba del mio Club il 30 maggio 2016 alle ore 19,30 circa - e quindi senza presenza di testimoni (vi immaginate i commenti se il Presidente della FIAM avesse cannato il decollo ….)  ove ho riscontrato la tendenza a decollare quasi da solo ed a imboccare una salita molto ripida e per di più a sinistra in quanto evidentemente l’asse del motore aveva poca inclinazione verso il basso e a destra.
        In effetti, impiegando un così potente motore elettrico ho tenuto poco conto che la coppia di un vecchio G20 Glow o Diesel trascinante una 8x6 con cui era propulso il Falco VVC non era minimamente confrontabile con quella dell’Haker 30 con un’elica avente quel diametro.
        Teoricamente mi ero rappresentato che l’atterraggio del I-FALCO avrebbe dovuto avvenire  come il vero che, come assicuratomi dai piloti di questo aereo full-size, necessita, in questa fase, di mantenere i giri dell’elica abbastanza sostenuti per non correre il rischio di uno stallo precoce, velocità che dovrebbe essere smaltita quasi subito dall’impatto a terra, meglio se in erba.
        Teoria a parte, il primo atterraggio, in quelle condizioni sopra descritte, non è stato semplice ma, forse, la ragione vera è che con la manetta del VVC me la cavo ancora oggi mentre con il radiocomando….
        Ho provveduto quindi a disassare verso il basso ed a destra il motore ed il giorno dopo mi sono nuovamente recato in pista questa volta alle … 18 sicuro di non fare brutta figura e di fronte ad alcuni spettatori soci ho dato, spavaldo, manetta e … zac ecco che il motore, con elica ed ogiva,  si stacca di netto dalla fusoliera precipitando a terra mentre il modello … scende a terra ovviamente non tanto tranquillamente ma senza … farsi male...
        Era successo che nello stringere per una ultima volta le viti del motore alla ordinata di supporto, un semplice dischetto di legno, avevo danneggiato il supporto di contorno in espanso già precario (oppure il precedente decollo  aveva lasciato dei residui di danno)  per cui quando ho dato motore la forte coppia ha fatto…. il resto.
        Sistemato il tutto questa volta con abbondante fibra di vetro e resina, dopo qualche giorno sono tornato al campo di volo e sempre di fronte a qualche spettatore incuriosito da quel modello (non evidentemente dal pilota) ho fatto involare il I-Falco senza problemi compiendo, almeno il primo della serie, anche un atterraggio su tre punti e da li una serie di altri voli senza alcun problema.

        Ora non mi resta che completare il “vintage triade Frati” e cioè dopo il Falco dell’Aeropiccola, dopo il Falco della Merati, vorrei costruire il SIAI 260 con apertura alare di 2 metri anch’esso più o meno degli anni ‘80. Lo avevo acquistato da quel grande aeromodellista che è il vicentino Claudio Boribello che capitanava la pattuglia acrobatica RC che appunto con i Siai 260 si esibiva in tutte le grandi manifestazioni aeromodellistiche italiane tra cui, con una prestazione memorabile alla presenza di oltre 5.000 spettatori che avevano molto preoccupato le autorità tutorie di quell’epoca,  la MAF da me organizzata nel 1987 in qualità di delegato di specialità dell’Aero Club di Milano sull’aeroporto di  Bresso/Milano negli anni d’oro dell’aeromodellismo milanese.
        Cosa ho detto, costruire? Direi piuttosto assemblare perché il SIAI di Boribello  è quasi finito e quindi, probabilmente, riuscirò a terminarlo prima di…..

APE Racing Team

2. fine