Una nuova era per il VVC

      La F.I.A.M.® si sta impegnando nella rivitalizzazione del VVC, una delle specialità aeromodellistiche – l’altra è il volo libero - che non ricade sotto la mannaia del regolamento ENAC e che, nel passato, era praticata da centinaia di appassionati.
      L’avvento del Radiocomando, e quindi di una tecnica moderna che ha permesso di far volare un aeromodello come un aereo vero, ha preso il sopravvento sul VVC ma, non solo in Lombardia, l’ attività di U-Control sta riprendendo a poco a poco una posizione più consona al suo vecchio blasone.
      Infatti la F.I.A.M.® ha dato alle stampe il volume “Volando in cerchio” che può ancora essere acquistato inviando una mail a paola@fiamaero.it e sta potenziando, in accordo con il nuovo Club “VVC Malpensa” la storica pista sita a Lonate Pozzolo a due passi dall’Aeroporto Internazionale e dal Museo Volandia.
      In questa ottica la F.I.A.M.® in collaborazione con il Gruppo VVC Malpensa, ripropone in grande stile l'organizzazione di un Concorso, raduno, revival per il Rodeo e cioè per il mitico acrobatico senza flaps propulso da un motore a due tempi da 2,5 cc progettato negli anni ’60 dai fratelli Marco e Fabio Contini e poi prodotto dalla Olimpic di Carlo Bergamaschi.
      A breve troverete la locandina dell’evento, il programma e la scheda di adesione per un evento che viene organizzato in Italia per la prima volta per il quale il gruppo “VVC Malpensa” e la F.I.A.M.® stanno producendo un notevole sforzo per accogliere al meglio i numerosi appassionati di questo modello e del VVC in genere.
      A Malpensa non ci saranno solo i Rodeo da ammirare ma sarà possibile visitare il Museo Volandia, banchettare tra aerei full-size, e parlare dei vecchi tempi senza rimpianti ma con l’orgoglio di aver partecipato direttamente ad una delle epoche migliori per la nostra attività.
      Forza quindi, seguite il suggerimento del vecchio Andy Capp ed iscrivetevi al “Revival Rodeo VVC” anche solo come spettatori e vi divertirete alla grande assieme a  noi.

 

Invito, programma,
norme partecipazione e
scheda iscrizione

 


... quant’è bella giovinezza …

      E’ proprio vero che l’età porta saggezza e che la saggezza porta inevitabilmente alla riflessione ed ai ricordi.
      L’alba del ……. esimo anno di età non poteva essere differente per me ed infatti eccomi a rigirare nelle mani una serie di scatole di montaggio "old timer" mai aperte e che riguardano la mia gioventù aeromodellistica, quali sono quelle  della Olimpic di Carlo Bergamaschi.
      Fra queste l’unico kit da me costruito nei primi anni di attività è il Rodeo e cioè quel piccolo acrobatico privo di flaps ed assai nervoso nel volo che ha condizionato un’epoca ed ha formato una serie di campioni del VVC da tutti conosciuti, scatola che appena aperta mi ha dato la sensazione di essere tornato … in paradiso.

      L’odore della balsa polverosa e datata, la cavernicola e delicata carta bianca Modelspan un poco ingiallita, il vecchio serbatoio in bandella stagnata che assomiglia ad un'opera dell’ Art Déco dei primi del ‘900, le ruote ballon che se anche un poco obsolete sono molto sensuali, l'anacronistica squadretta in alluminio che assomiglia alla croce cristiana, le ormai introvabili longarine in faggio evaporato, il disegno così semplice ma essenziale, le istruzioni senza foto e quasi nulle ….mi hanno mostrato non le parti di un aeromodello d’antan  ma un insieme armonioso di pezzi ben curati, ben ritagliati, assai precisi ed essenziali che mi hanno indotto a soffermarmi per parecchio su quanto quel modello ha rappresentato per la maggior parte dei aeromodellisti di quell’epoca.
      .... e mi viene da sorridere al ricordo di quando di fronte ad ENAC la commissione nominata dalla FIAM (all’epoca Federazione) cercava di convincere quei grandi soloni che i modelli in Volo Vincolato Circolare non dovevano rientrare nel Regolamento ENAC in quanto la loro ampiezza operativa era dettata dalla lunghezza dei cavi e che la loro rottura avrebbe causato solo un crash a terra e non verso l’alto….!!!!

... che si fugge tuttavia …

      Mentre mi rigiro questa scatola prodotta da Carlo Bergamaschi, titolare della Olimpic, ricordo la pista di VVC di Monluè a Milano, voluta dall’Aero Club di Milano e sostenuta dall’Aeronautica Militare (che tempi!!), la gente che si affollava alla domenica pomeriggio attorno ad essa per ammirare le evoluzioni dei fratelli Contini proprio con il Rodeo di cui erano gli artefici, le gare di acrobazia, quelle di Team Racing (la mia specialità), gli allenamenti, le pesanti e maleodoranti alluvioni del Lambro che a poco a poco hanno spazzato via non solo quella struttura mitica, importante, unica, ma anche la vita semplice e laboriosa di quegli anni, i pochi quattrini ed i pochi divertimenti a disposizione dei giovani.

… quante è bella giovinezza che si fugge tuttavia….

      Mai avrei pensato che quella ballata del ‘500 scritta da Lorenzo il Magnifico potesse riguardare anche me che del Rodeo avevo fatto un vero culto, una icona, una base di partenza verso le gare.
      Ecco perché non ho avuto il coraggio di usare quanto contenuto nella scatola in mio possesso, che già aveva una forma di prefabbricazione non indifferente per quei tempi, ma ho preferito fare come avevo fatto all’inizio e cioè servirmi solo del disegno costruttivo e ricavare tutti i pezzi uno ad uno, tranne il serbatoio di cui ne avevo in abbondanza nel mio laboratorio.

      Non voglio descrivere il piacere di quel lungo e certosino lavoro costruttivo delle centine per cui ho usato il vecchio metodo “pane e burro” (ora c’è il laser…!!!), la tosse stizzosa che la polvere di balsa ha

procurato ai miei vecchi polmoni, il pungente odore del collante Cement (ora prodotto dalla UHU) che è tornato ad impregnare vestiti e mobili, l’uso dei vecchi ed amati spilli, quello del tagliabalsa, del seghetto da traforo, l’irrobustire la carta modelspan con il tendicarta fatto con collante diluito, l’inserire incrociate le fettucce come articolazione dell'unica parte mobile, il piegare a misura il filo d’acciaio da 1,5 e quelli da 0,8 mm. ecc. ecc.

      Insomma una cavalcata a ritroso nel tempo senza che i produttori cinesi potessero condizionarmi, senza le difficoltà di un progetto tecnico complesso per un moderno aeromodello, senza l’uso di materiali esotici, senza stress, e senza …. i costi moderni.

… chi vuol essere lieto sia …

      Certo l’esperienza maturata in questi lunghi anni mi ha permesso di ovviare a qualche inevitabile problema di allora come l’allineamento tra ala, stabilizzatore e trazione superato egregiamente con l’uso di quelle livelle che negli anni ’80 mi ero fatto costruire appositamente per poter gestire al meglio la costruzione dei miei delicati modelli da Team Racing e che ancora oggi conservo religiosamente, o come la ricerca del balsa migliore e più leggero possibile in quanto oggi quello con la classificazione dell’epoca “quarter grain”, non esiste o è di difficilissimo reperimento.
      Per non parlare della difficile ricerca dei cavi di comando che, per questo modello, non dovrebbero superare il diametro di mm.0,25 e dovrebbero essere lungi al massimo 15 mt.
      Non ho voluto usare il contenuto del kit a mie mani per una sorte di rispetto nei confronti di un... reperto archeologico.. !!
      La mia prima costruzione risale al 1961 quando dovetti consegnare al responsabile del Club dove ero iscritto, il Fopponino di Piazzale Aquileia a Milano, il manufatto per poter ottenere l’attestato di aeromodellista che allora si conquistava solo partecipando ad un corso costruttivo lungo e noioso o in alternativa presentando un modello ben costruito anche se progettato da altri, il capolavoro appunto, e cioè il risultato di un periodo di apprendistato che dovette passare sotto l'occhio arcigno ma competente del sig. Reverdi, il responsabile della sezione aeromodellistica del gruppo, il quale valutava pezzo per pezzo con cognizione di causa.
      Se tutto andava bene si poteva così passare all’esame teorico molto articolato ed assai difficile nei contenuti sul quale io, purtroppo,  sono inciampato rimediando … gli esami ad ottobre … e sollevando quindi gli sfottò ed il sollazzo di tutto il gruppo che frequentavo.
      Quindi, per favore, non fatelo sapere a coloro che si presentano all’esame come autodidatti per ottenere la possibilità di volare oltre i 70 mt. organizzato dall’Aero Club ACAME di cui sono istruttore certificato AeCI…..!!!
      La prova pratica, cioè di volo, avveniva direttamente nel campo di calcio dell’oratorio del Fopponino (alla faccia del rumore…), struttura che ora purtroppo non c’è più, e consisteva nel far decollare il “capolavoro”, effettuare la salita in quota, due giri in volo a 45°, effettuare tre giri livellati e poi atterrare … quando la miscela si esauriva.
      Dopo di che si rimaneva per settimane, se non per mesi, in attesa dell’agognato pezzo di carta che avrebbe permesso così di partecipare alle gare, e ciò sempre perché all’epoca il Volo Vincolato Circolare come il Volo Libero era un'attività esclusivamente agonistica.
      Dunque, senza cannibalizzare il disegno ma lavorando sulla sua fotocopia, ho impiegato la tecnica dell’epoca e cioè ho ricavato da compensato di mm 3,0 due false centine alari, le ho forate in tre punti ed al loro interno, ho inserito, a pacchetto, dei fazzoletti di balsa da mm.1,5 in numero leggermente superiore a quelle delle centine dell’ala onde averne qualcuna di riserva in caso di rottura durante la costruzione.

      Con tre viti passanti lunghe oltre lo spessore del “pacchetto” ho poi serrato il tutto a fondo e con tagliabalsa, tampone e carta vetrata ho ottenuto così le centine alari tutte uguali fra di loro ed anche belle a vedersi.


      Dimenticavo di dire, ma dalle foto si vede benissimo, che ho modificato le centine di riferimento aggiungendo sotto di esse delle appendici che, “copiate” su quelle in balsa avrebbero agevolato l’allineamento delle stese in fase di costruzione ovviando alla necessità di apporre sotto le estremità il classico listello triangolare, oggi di difficile reperimento.

      Infatti il profilo delle centine adottate dai fratelli Contini è un biconvesso simmetrico a forte spessore e quindi se tutte le incidenze sono a posto sono neutre, cosa che oltre ad offrire minor resistenza all’avanzamento in quanto danno poca portanza, equalizzano l’esecuzione delle figure acrobatiche sia in volo diritto che rovescio, cosa assai utile in quanto il Rodeo è una macchina acrobatica veramente eccezionale anche se assai nervosa per via del suo braccio di leva posteriore assai ridotto e per l’abbondante superficie del piano mobile di coda e della mancanza dei flaps.
      Per mettere insieme la fusoliera sono ovviamente partito dalle due longarine in faggio del motore (fortunatamente ne avevo ancora di simili nel mio magazzino dei … residuati) che ho adattato al motore prescelto, un Webra 2,5 rigorosamente diesel e via via, come da sequenza fotografica, sono giunto in poco tempo alla fine del capo-lavoro.
      A proposito di motore devo dire che sono rimasto molto indeciso sulla scelta fra montare il classico G20 Diesel o un Webra Mach 1, quello con la valvola posteriore e testa verde, o uno Zais 2,5 sempre Diesel ma alla fine ho optato per il Webra Winner 2,5 in quanto era leggermente più pesante dei suoi coetanei, cosa importante per il centraggio, molto affidabile ed assai bello a vedersi e grazie al quale avevo tanti bei ricordi ad esso legati.

… del doman non v’è certezza …

      A lavoro finito, mentre rimiravo questo particolare modello che ha segnato un epoca veramente intrigante nella storia dell’aeromodellismo, ho convenuto con me stesso che la ricostruzione del Rodeo mi ha messo nelle condizioni di non allinearmi con quanto cantato da Lorenzo de Medici nella sua “Canzone di Bacco” in quanto a distanza di oltre mezzo secolo dalla “prima giovinezza” e cioè dalla prima costruzione mi sono assai ben compenetrato nel “doman” ed ancora più “esser lieto” e ciò grazie alla seconda riproduzione.
      Il Magnifico, nella sua ballata, si riferiva a Bacco ed all’ Amore ma non credo sia così ardito, in questo caso, pensare a Bacco come al Rodeo inebriante nelle sue evoluzioni ed all’ Amore per l’aeromodellismo, di allora però.

Ape Racing Team

   

Ultime notizie sul “Rodeo Revival” del 9 ottobre 2016

Il ristorate preannunciato non sarà più quello del Museo Aeronautico di Volandia per loro problemi interni ed organizzativi, che ci impediscono anche di effettuare la programmata visita al Museo in orari al di fuori di quelli canonici.

Il Gruppo organizzatore ha quindi stretto un accordo con il Ristorante  “LAZIENDA" a Lonate Pozzolo (VA), situato a breve distanza dalla pista di volo VVC, per la cena del 8 ottobre p.v. ed il cui menu sarà molto più ricco ed interessante.

Vi informiamo inoltre che, per chi usa la superstrada per Malpensa, conviene passare oltre l'Aeroporto di Malpensa Terminal 1 e prendere l’uscita

“Malpensa Cargo City”

alla rotonda girare a dx e poi subito a sx direzione Ferno. Dopo 300 mt., sulla destra, segnalato da un cartello, c’è l'ingresso (passaggio molto stretto) per la pista di Volo Vincolato Circolare del Gruppo "Volo Vincolato Circolare Malpensa".

Ecco comunque le coordinate GPS che si trovano anche sul sito di ACAME con una foto dell’ubicazione della pista:

45° 36’ 26 N - 8°42’ 29 E

A presto.

Cronaca del Rodeo Revival
Foto di Carlo Casale