Le ragioni:

  1. il 30 giugno 2014, dopo una prima edizione del 2013, entra in vigore in maniera definitiva il Regolamento ENAC, sezione aeromodelli, frutto della cooperazione diretta tra ENAC ed AeCI,
  2. detto Regolamento non permette più di volare alle normali  altezze congrue e sicure,
  3. si può volare fino a mt.70 ma per superarli (cosa di fatto quasi normale)  occorre ottenere da ENAC/ENAV/A.M. una autorizzazione specifica, e solo per quella ubicazione, denominata ATM 03 da richiedersi  ogni anno il cui rilascio non è né semplice né immediato ed autorizza per la maggior parte dei casi altezze di volo non superiori a mt. 150 (500 piedi), con un esborso economico, in certi casi, anche notevole,
  4. è possibile raggiungere i mt. 150 partecipando obbligatoriamente ad un corso di "guida" per ottenere l’ “abilitazione al pilotaggio”, corso che è organizzato solo  da scuole certificate AeCI, pochissime in Italia, e gestite esclusivamente dagli Aero Club cui l’ ”allievo” deve obbligatoriamente iscriversi, con costi e rischi spesso rilevanti,
  5. il Regolamento non ha eguali in Europa cosicché impedisce agli stranieri di volare in Italia,
  6. il Regolamento impedisce agli agonisti di raggiungere le altezze consone alla categoria praticata (sempre assai superiori ai mt. 150)  se non viene richiesto all’AeCI ed esclusivamente tramite un Aero Club ad esso federato,  per quella specifica gara, una autorizzazione temporanea denominata  NOTAM, operazione che oltre ad incrementare la burocrazia  ovviamente ha un costo non modesto,
  7. il Regolamento impedisce agli stessi agonisti anche  il normale allenamento per poter partecipare alle gare con decadimento quindi delle prestazioni anche su scala internazionale,
  8. detto  Regolamento potrebbe costringere tanti Club a chiudere definitivamente con l’aeromodellismo attivo e sempre fatto con grande sicurezza e, come da un centinaio di anni avviene, alla luce del sole,
  9. potrebbe costringere gli assicuratori a rivedere le condizioni di garanzia, le tariffe, i massimali e le franchigie se non addirittura a non concedere più la copertura relativa,
  10. potrebbe costringere le autorità locali a rivedere il loro atteggiamento nei confronti dei Club e delle loro piste di volo,

Come ha difeso i suoi soci, e non solo, la FIAM:

  1. per ben due anni (’13 e ’14) ha tentato di tutto nei confronti di ENAC per far modificare questo regolamento (nomina di una Commissione specifica, referendum tra gli aeromodellisti italiani, ben 7 riunioni a Roma, invio di note e suggerimenti, telefonate e colloqui con i massimi dirigenti, ecc.) che, pur sembrando gradire le osservazioni, non ha voluto o potuto apportare alcuna delle modifiche proposte,
  2. ha cercato di colloquiare in tutte le maniere con i rappresentanti aeromodellisti dell’AeCI, che ha richiesto l’obbligo del conseguimento della “patente” per chi vuole volare da mt. 70 a mt. 150, ma si è scontrata pesantemente anche con l’interesse primario della dirigenza dell’AeCI che non è la difesa delle reali esigenze degli aeromodellisti ma è il desiderio di inquadrarli sotto di sè in un regime dispotico, burocratico ed oneroso,

Perché un Ricorso proprio al Presidente della Repubblica:

  1. il Ricorso al Presidente della Repubblica è la massima ed estrema azione possibile, in Italia, per cercare di avere giustizia contro le decisioni prese dagli Enti pubblici che presentano elementi antitecnici, di ingiustizia e di incostituzionalità,
  2. il ricorso straordinario al Capo dello Stato è un vero e proprio rimedio giurisdizionale,
  3. il Regolamento, a parere di importanti giuristi, lede la libertà del singolo cittadino così come stabilita dalla Costituzione,

Chi ha predisposto il Ricorso e verso chi:

  1. è stato predisposto, in stretta collaborazione con la FIAM,  da un importante  cattedratico ed avvocato di Bari, con studio legale anche a Roma, specializzato in ricorsi di questo genere,
  2. è indirizzato, come ammette la Legge italiana in questi particolari casi, al Presidente della Repubblica contro ENAC ed Aero Club d’Italia e nei confronti del Ministero dei Trasporti,
  3. è’ stato firmato, oltre che dal Presidente della FIAM a difesa dei propri soci, anche da 5 aeromodellisti italiani che, tra le migliaia di altri, si sono sentiti danneggiati dall’entrata in vigore di questo Regolamento,

Cosa succede ora:

  1. Il Regolamento ENAC rimane in vigore fino a decisione diversa da parte del Consiglio di Stato, salvo modifiche eventualmente apportate nel frattempo da ENAC,
  2. il ricorso, presentato il 31 luglio scorso  composto di oltre 30 pagine e corredato da memorie tecniche, si poggia su basi giuridiche e legali molto specifiche, dotte ed interessanti ed è nato da una lunga ed approfondita collaborazione tra la  FIAM e lo Studio Legale di cui sopra,
  3. i Presidenti dei Club ed i soci degli stessi devono comunque adattarsi, per il momento, alle regole previste nel Regolamento in vigore ma così impugnato ed hanno un miglior margine di manovra sotto tutti gli aspetti,
  4. il Consiglio federale della FIAM, in accordo con lo studio legale suddetto, auspica che non vengano prese iniziative che potrebbero influenzare negativamente la decisione del Consiglio di Stato ed ha quindi chiesto ai Presidenti, Segretari,  Soci e Delegati Regionali, e se lo vogliono anche a coloro che agiscono esternamente alla FIAM, di informare la FIAM di qualsiasi iniziativa volessero prendere o di ciò che nel frattempo succede e la FIAM, ovviamente, ne farà un uso assolutamente riservato,
  5. l’iter non sarà velocissimo in quanto, probabilmente entro la fine dell’anno, il Consiglio di Stato, senza entrare specificatamente nel merito, dovrebbe pronunciarsi circa la validità dei presupposti tecnici e giuridici del ricorso e quindi, in caso affermativo, potrebbe decidere, come da noi richiesto, di sospendere detto Regolamento, in parte o in toto, per poi, entro il 2015, entrare nello specifico e pronunciarsi così definitivamente sullo stesso,

Conclusioni (per il momento)

  1. fatta salva la volontà collaborativa e la buonafede dei tecnici ENAC, la FIAM, forte anche delle oltre 1600 schede di commenti a suo tempo pervenutele da tutta Italia, soprattutto da non soci FIAM, ha così dovuto reagire in quanto il Regolamento  non tiene conto della realtà aeromodellistica italiana, del territorio ove si svolge l’attività, della difficoltà nel rispettare detti limiti, di ciò che succede all’estero, dell'aumento spropositato della burocrazia, dei notevoli costi richiesti, dell’aumento dell’impegno gestionale che penalizza ingiustamente la categoria ed infine della restrizione ingiusta della libertà del cittadino,
  2. la FIAM, associazione nazionale certificata ISO 9001:2008 che da 20 anni opera per l’aeromodellismo italiano forte di 6000 soci e di 170 club sparsi sull’intero territorio nazionale, pur avendo tentato l’impossibile per far modificare detto Regolamento, non poteva accettare passivamente imposizioni così ingiuste soprattutto quando a perpetrarle sono degli  Enti pubblici che, in particolare oggi,  dovrebbero agevolare anziché penalizzare  l’attività ludica di cittadini dotati di buon senso e rispettosi delle regole comportamentali da sempre.

      Nell’allegare solo alcune pagine di questo corposo Ricorso ed in attesa di riprendere l’argomento vogliamo ringraziare pubblicamente i cinque aeromodellisti italiani che hanno firmato con FIAM il Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nonché i loro Delegati Regionali, che in piena autonomia hanno deciso di partecipare con noi a questa importantissima battaglia a favore della sopravvivenza dell’intero aeromodellismo italiano.

A tutti costoro dunque, una calorosa stretta di mano perché non è da tutti, si creda, agire così responsabilmente come loro hanno fatto.

Il Presidente ed il Consiglio Federale della FIAM